Dopo la grafica e la pittura degli esordi, Mora negli anni ’90 abbraccia con entusiasmo pratiche e teorie del design radicale. Da questo momento, la galleria Dilmos di Milano, diverrà per lui una palestra progettuale e luogo ideale per presentare i suoi “pezzi unici”: oggetti/sculture in bilico tra funzione e distrofie della forma. In quegli anni Mora si esercita ed esplora le possibilità espressive del ferro al quale accosta il legno e i sassi di fiume incontrati nei suoi abituali pellegrinaggi lungo i fiumi appenninici