Tom Dixon

Tom Dixon nasce a Sfax, in Tunisia, nel 1958 da padre inglese e madre franco-lettone. Trasferitosi in Inghilterra all’età di quattro anni, ha frequentato brevemente il Chelsea College of Art and Design, senza però ottenere alcun titolo. Appassionato alla tecnica della saldatura, imparata da autodidatta, ha iniziato la propria carriera come autore di mobili prodotti riciclando rottami industriali – realizzati quasi improvvisando, senza disegni a priori, la lavorazione pressoché istantanea del metallo. Il 1985 è un anno di svolta per il designer inglese: attraverso Creative Salvage, viene scoperto da Giulio Cappellini che gli propone l’inizio di una proficua collaborazione con l’azienda di famiglia: Dixon viene lanciato sul mercato internazionale e presentato come enfant prodige del design contemporaneo, ottenendo da subito notevole visibilità. Nel 1989, Dixon fonda lo studio Space, inizialmente dedicato alla produzione dei mobili in metallo e di scenografie e interni commerciali. Di lì a poco, allo studio si affianca Space Shop, lo showroom in cui vengono venduti prodotti firmati da Dixon medesimo e da giovani designer a lui legati: diviene imprenditore di sé stesso, inaugurando un sistema di fare design completamente opposto a quello italiano, in cui ruolo chiave spetta al confronto tra progettista e aziende disposte a produrne i pezzi, e in parte già percorso da personaggi come Ingo Maurer. I suoi successi commerciali lo portano ad essere nominato Head of Design da Habitat, nel 1998, per cui assume la carica di Creative Director. Nel 2000, Dixon viene premiato con la prestigiosa nomina di Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico, conferitogli dalla Regina Elisabetta. Le opere di Dixon vengono incluse nelle collezioni permanenti di importanti musei inclusi il Victoria & Albert Museum, il MoMa di New York e Tokyo e il Centre Pompidou.